Mi chiamo Camilla e sono nata a Milano il 19 aprile 1990.Dopo essermi diplomata al liceo artistico, ho frequentato il triennio in Pittura presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, laureandomi con il massimo dei voti. L’offerta formativa di questa università mi ha dato la possibilità di scegliere molti dei corsi previsti nel piano di studi, e la mia curiosità mi ha portato ad approfondire gli insegnamenti inerenti la sfera dell’arte contemporanea. Nel corso della mia carriera universitaria ho avuto la fortuna di vivere l’esperienza dell’Erasmus: sono stata a Monaco di Baviera per quattro mesi, frequentando la Akademie der Bildenden Künste München. Un’altra esperienza all’estero, questa volta durata “solo” un mese, mi ha fatto capire meglio chi sono ma soprattutto dove voglio andare. Mi riferisco a un viaggio a New York, una città tanto grande quanto incostante, emblema di una “confusione ordinata”, il passo che sentivo poteva servirmi per trovare la quadratura del cerchio. Nella Grande Mela tutto sembra possibile: l’arte è il mio sogno, la mia passione, la mia ossessione, l’unico modo che ho finora trovato per riuscire a liberarmi da qualcosa che sento imprigionato dentro me. In mezzo a tutto ciò la possibilità di conoscere e collaborare con valide figure nel panorama artistico italiano e internazionale, una costante passione per l’arte, per le sue enormi potenzialità comunicative e per le emozioni che ogni sua manifestazione riesce a suscitarmi. È stato difficile trovare la giusta via per esprimere attraverso l’arte qualcosa di personale, servendomi del suo linguaggio per consegnare agli altri una parte di me. Nel corso degli anni ho esplorato diversi campi espressivi, e in questo momento del mio percorso ho scelto di concentrare il mio interesse su un tipo di arte espressamente basato sulla soggettività. Mi dedico dunque allo studio della mia interiorità, analizzata grazie all’osservazione costante della quotidianità. Si tratta di un’indagine su di me, approssimazione alla conoscenza del mio Io più profondo, destinata a non trovare risposte ultime. Per me la materia prima del fare artistico scaturisce dall’interno, poiché tutto ruota intorno alla mia soggettività, dalla quale scaturisce direttamente la necessità dell’opera.
